Asociación para el estudio de temas grupales, psicosociales e institucionales

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L´autogestione della formazione. L. Montecchi


L'autogestione della formazione 

Leonardo Montecchi


Mi sembra di trovarmi ad un giro di spirale e dunque mi interrogo sulla differenza e sulla ripetizione, o meglio, come piace a me sulla ripetizione differente.

Mi sto immaginando questa scena ed ho immaginato i relatori e tutti voi che siete in sala, questo spazio immaginario è abitato da  pulsioni ,desideri, sguardi, rumori, voci che si intrecciano fra di loro, ma a ben vedere tutto proviene da un punto, non so dire se un punto solo, da quel punto che ci ha convocato è che sta funzionando come un attrattore strano.

Sto parlando di un attrattore che attraversa il piano della vita quotidiana in cui come ci dice Montale:

Spesso il male di vivere ho incontrato:

era il rivo strozzato che gorgoglia,

era l'incartocciarsi della foglia

riarsa, era il cavallo stramazzato

L'attrattore strano ha prodotto un varco nella forma della coscienza ordinaria ed ha  costituito  uno spazio mentale differente da quello della vita quotidiana.

Voglio parlare di come si formano questi varchi perché credo che la nostra formazione sia la concezione operativa delle pratiche di allargamento della coscienza.

Il campo della formazione è attraversato dalle idee dominanti che  tendono alla produzione di individui "flessibili" al dominio globalizzato di un capitalismo che non produce più solo merci ma anche comportamenti di consumo, stili di vita, forme di coscienza o meglio di falsa coscienza come avrebbe detto Lukacs.

Questo semiocapitalismo, cioè capitale di segni e significati, che si  appropria del plusvalore prodotto dai lavoratori cognitivi è lo sfondo dello spazio mentale della vita quotidiana contemporanea.

Questo spazio sembra avere   una forma fissa, immobile .

Pichon Riviere,nel lavoro sulla storia della tecnica dei gruppi operativi  ci segnala che i gruppi possono essere classificati in tre tipologie:

a)centrati sull'individuo,

b)centrati sul gruppo come insieme totale

c)centrati sul compito

gli psicologi sociali che lavorano con il gruppo centrato sul gruppo, e lo definiscono come una Gestalt una forma ,non ne colgono gli aspetti dinamici.

Questo aspetto è  un ostacolo epistemologico perché  lo sfondo non è mai immutabile, è la "forza materiale della ideologia" come diceva Reich  a porre lo stato presente delle cose come se  fosse assoluto e realizzasse  la fine della storia e dunque  il migliore dei mondi possibili.

E' l'ideologia che fa percepire  lo sfondo dello spazio mentale della vita quotidiana come immutabile come se non avesse nessuna dimensione, nessuna storia e forse nessuna forma.

In questo spazio si costruiscono oggetti che hanno l'aspetto delle figure della geometria euclide, come il punto e la linea nel piano ad una dimensione, il quadrato e le altre figure nel piano a due dimensioni, il cubo in un piano  tridimensionale.

 Questo è anche lo spazio della causalità lineare in cui è possibile prevedere l'andamento di un fenomeno grazie alla costruzione di assi cartesiani per cui alla variazione di un certo valore sull'asse delle x corrisponde un certo valore sull'asse delle y ed è quindi visualizzabile una relazione lineare di causa ed effetto.

Ma, in questa dimensione si aprono varchi che ci  immettono in mondi imprevedibili.
Mondi in cui  come si dice :
lo sbattere delle ali di una farfalla a Pechino provoca un terremoto a Los Angeles.

Sto parlando dei mondi delle relazioni non lineari, della imprevedibilità,  sto parlando del caos e non del cosmos.

Si, penso che la convocazione a questo incontro abbia funzionato come un attrattore strano cioè come una linea di forza caotica e disordinata in grado di produrre un campo morfogenetico cioè un luogo mentale capace di generare forme, uno spazio caldo, magmatico, lo spazio dell'imaginazione radicale di cui parla Castoriadis, uno spazio in cui non sono definiti i codici per attribuire determinati significati ai molteplici segni, un atanor alchemico in cui siamo immersi e di cui non possiamo prevedere l'esito.

Questa dinamica del caos è il regno della non linearità, nello spazio gruppale non si sa bene quale effetto corrisponde a quale causa.

Armando Bauleo nel suo lavoro sugli effetti del processo gruppale ci ricorda che per Renè Thom comprendere è geometrizzare e dice che per questo ci ricaviamo uno spazio interno per il posto delle interpretazioni.

Sto parlando di questo spazio, uno spazio mentale  condiviso che è generato da un campo di forze che attrae linee di energia, l'attrattore di questo campo non ha una dimensione finita.
Sto parlando della spirale.
Mi sembra di poter dire  che siamo attratti da una spirale logaritmica che prosegue indefinitamente sia verso l'interno sia verso l'esterno: la curva si avvolge intorno al punto centrale senza mai raggiungerlo.

Il centro della spirale logaritmica, osservato con qualsiasi ingrandimento, appare costantemente come una spirale infinita.

La spirale logaritmica è una figura autosimile e di conseguenza può essere considerata un frattale..
I frattali sono figure che si organizzano attorno a linee di forza che donano loro una organizzazione apparentemente caotica e disordinata.

La struttura di questo campo morfogenetico che crea i frattali e che può avere una infinità di forme diverse è detta attrattore strano.

La formazione in una dimensione frattale,cioè infinita non può essere pensata come la trasmissione di una serie di teoremi o di dimostrazioni geometriche in se concluse, è innanzitutto l'apprendimento delle possibilità di accedere ad una simile realtà.

Non si tratta di una Gestalt, di una forma e di una realtà istituita che deve essere appresa ma piuttosto di una Gestaltung di un" formando", di un processo in cui non c'è nulla di finito che deve essere trasmesso.

Dice Pichon Riviere:
"Gestaltung risultò il termine più appropriato per significare che si trattava di un processo
mobile,in un circuito aperto e non in un circuito chiuso come può essere la Gestalt"

La formazione così come la intendiamo non è un processo lineare ma caotico che si presenta come un continuo passaggio dall'implicito all'esplicito, dal manifesto al latente senza un vero e proprio inizio e senza una fine.

Anche la logica bivalente, che presenta situazioni dilemmatiche come opzioni fra il si e il no viene superata nel gruppo operativo  da una logica polivalente vaga,sfumata, fuzzy, che permette la soluzione dei paradossi come l'impossibilità per la parte di contenere l'intero così per l'individuo di contenere il gruppo.

Il teorema della sottoinsiemità di Bart Kosko permette di affermare che la parte contiene il tutto,in una certa misura.

Così l'individuo contiene il gruppo in una certa misura.

Il gruppo centrato sul compito  si avvale di una epistemologia che Pichon Riviere ha definito convergente, ciò significa che  il campo operativo piega le diverse discipline verso lo scopo e il gruppo che così lavora è capace di produrre nuovi concetti applicando così il tipo di filosofia di cui parlano Deleuze e Guattari cioè una filosofia della prassi che concatena costantemente macchine che diventano strumenti per il gruppo nella misura in cui funzionano per aiutare il lavoro.

Ci possono anche essere costruzioni concettuali  che ospitano le fantasie ed i fantasmi del gruppo e ne ostacolano l'attività.

Molte altre volte si manifesta il fenomeno della serendipità e cioè si cerca qualcosa che non si trova ma cercando si trova qualcos'altro di forse più importante.

 Come Colombo che cercava la via per l'Asia ed ha scoperto l'America.

Il gruppo funziona decostruendo discipline e codici delle istituzioni di appartenenza e dei gruppi interni degli integranti e ricombinandoli  in nuove forme.

La ricombinazione è una attività importante nel processo di formazione e può effettuarsi quando si realizzano dei vincoli nel gruppo centrato sul compito che liberano gli integranti dalle loro stereotipie sia concettuali che affettive.

Ma qual è la formazione per il  gruppo operativo:
Per tornare a Montale:
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, si qualche  storta sillaba e secca come un ramo.

Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo,ciò che non vogliamo.

Sicuramente non è una formazione istituzionalizzata in cui si possa pensare a una serie definita di teoremi o formule.

Non è un codice di interpretazione di situazioni gruppali che deve essere appreso per poi essere applicato da un coordinatore.

Non esiste un codice che possa contenere le infinite varianti delle forme frattali che può assumere lo spazio gruppale.

Anzi la cristallizzazione di queste forme,ne può provocare la stereotipizzazione e diventare un ostacolo concettuale al lavoro del gruppo.

 La forma frattale è la cresta dell'onda e la formazione ha più a che vedere con il serfing che con l'ora et labora.

L'aspetto centrale della formazione è l'apprendimento della capacità di costruzione dei varchi che ci immettono nello spazio a dimensione frattale e ci fanno uscire dalla forma di falsa coscienza che domina la contemporaneità.

E' un po' l'apprendimento di come,quando e dove si formano le onde, un apprendimento che non è solo cognitivo ma anche affettivo ed ha qualcosa a che vedere con l'intuizione,con l'odore dell'aria con il vento:

Da dove verrà il vento?Dicono che sia il respiro di Dio. Chi da veramente forma alle nuvole?

Così la voce fuori campo definisce il vento nel film  "Un mercoledì da leoni" prima che Mat,Jak e Leroy affrontino la grande mareggiata, Bear che era stato in un altro grande mercoledì sapeva che sarebbe arrivata la mareggiata.

Apprendere questa capacità della dissociazione strumentale come diceva J.Bleger è lo scopo di una concezione che è capace di autogestire la formazione permanente di un sapere che si alimenta dalla continua diffusione dei gruppi operativi e dalla loro concatenazione rizomatica.

La rete diffusa dei gruppo operativi, la comunicazione sui vari piani senza una forma gerarchica costituisce lo specifico del nostro sapere.

 Un sapere distribuito nella rete e nei vari nodi che cresce e si ricombina nelle infinite forme frattali della spirale.


BIBLIOGRAFÍA


Armando Bauleo : Effetti del processo gruppale  In: "Note di Psicologia e Psichiatria Sociale"  Pitagora

Eugenio Montale :  Tutte le poesie         Mondatori

Gyorgy Lukacs    :  Storia e Coscienza di Classe           Sugar

Enrique Pichon-Rivière :  Historia de la tecnica de los grupos operativos  In "El proceso grupal"             Nueva Vision

Wilheim Reich   :     Psicologia di massa del Fascismo       Mondatori

Cornelius Castoriadis :   L'istituzione Immaginaria della societá  Boringhieri

Bart Kosko :     Il fuzzy-Pensiero                Baldini e Castaldi

Gilles Deleuze, Felix Guattari :  Che cos'è la filosofia              Einaudi

Renè Thom  :  Stabilità Strutturale e morfogenesi                Einaudi

B. B. Mandelbrot: Gli oggetti frattali  Biblioteca  Einaudi


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